Roma, 24/04/2012

Coordinamento Nazionale dei Presidenti delle Conferenze dei Presidi

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Roma, 24 aprile 2012

 Cari Colleghi,

Ai Presidenti delle Conferenze dei Presidi

dopo aver condiviso il testo con i presenti all’ultima riunione dell’Interconferenza, inviamo una sintesi delle principali decisioni assunte nel corso del proficuo dibattito, nel quale, al di là delle specificità legate alle singole aree o macroaree disciplinari, ci sembra di aver registrato, come in altre occasioni, un largo consenso e una comunanza di intenti e vision.

1)   Denominazione dell’Interconferenza

Abbiamo concordato una nuova e più semplificata denominazione del nostro organismo: Coordinamento Nazionale delle Conferenze dei Presidi e dei Direttori di Strutture universitarie (Interconferenza). Si è unanimemente riconosciuta la necessità, sin dalla denominazione, di non limitare le nostre funzioni di coordinamento e rappresentanza alle strutture didattiche. Al contrario, dobbiamo valorizzare il nostro ruolo, estendere la nostra area di competenza oltre la didattica e recuperare un forte spazio politico.

2)    Struttura dell’Interconferenza

Per raggiungere questi obiettivi è necessario ridefinire anche la struttura-tipo dell’Interconferenza e ampliare le sue funzioni nella direzione di diventare un organismo capace di rispecchiare la varietà di situazioni che si vanno definendo nelle diverse sedi universitarie. E’ inoltre importante favorire un più ampio dibattito culturale e promuovere una maggiore flessibilità nella rappresentanza (non escludendo il coinvolgimento di altre fasce, oltre quella dei professori ordinari). A tal fine, si raccomanda che ogni Conferenza strutturi una delegazione all’Interconferenza ispirandosi alla seguente griglia, anche per ragioni di raccordo e di equilibrio:

  •  il Presidente
  • uno o due delegati, in ragione delle dimensioni della Conferenza
  • un Segretario

Laddove possibile, sarebbe utile una rappresentanza dei Dottorati e/o delle società scientifiche, anche a rotazione periodica. Per estendere concretamente la composizione del Coordinamento Nazionale, come già previsto formalmente nello Statuto, raccomandiamo di tener conto dei Direttori di Dipartimento. Si segnala inoltre che si è rivelato molto utile che tra i rappresentanti all’Interconferenza figuri, a qualunque livello, un delegato con funzioni di studio ed elaborazione dei dati.

3)      Struttura delle singole Conferenze

Per quanto riguarda la struttura delle singole Conferenze, valgono le indicazioni del punto precedente legate all’espressione delle rappresentanze per l’Interconferenza. È fondamentale che  il percorso di riorganizzazione di ogni Conferenza avvenga nel fondamentale rispetto dell’autonomia e delle specificità disciplinari di ciascuna, ma, in seguito al consenso registrato nella riunione di aprile, incoraggiamo la presenza di rappresentanti dei Dottorati e delle Società scientifiche (con queste ultime alcune Conferenze già hanno sperimentato formule di collaborazione, anche attraverso incontri pubblici o mediante l’invito a partecipare alle riunioni).

4)  L’Interconferenza come elemento di promozione delle Riforme.

L’Interconferenza è consapevole che nelle fasi di applicazione della Riforma (non la prima ed unica Riforma), come è noto, si manifestano rischi di disarticolazione del sistema e di ripiegamento nella passività, favorita dalla moltiplicazione degli adempimenti burocratici. La stessa logica di semplificazione dell’organizzazione universitaria, che in modo promettente enfatizzava la centralità dei dipartimenti, rischia, tra l’altro, di essere contraddetta da un difficile marketing dei titoli di studio, per la complicata dinamica tra aree didattiche e dipartimenti, con il pericolo che il numero di facoltà percepite sia moltiplicato rispetto al già eccessivo numero delle vecchie facoltà. Nelle situazioni di transizione, per di più, si acuisce il disorientamento per gli studenti e per gli stessi docenti. Tutto ciò rende decisivo un rafforzamento del ruolo delle Conferenze dei Presidi e dell’Interconferenza, come elemento di elaborazione delle criticità e di promozione di processi di interpretazione comune delle Riforme.

Un caro saluto Mario Morcellini e Vito Cardone